Minimal Klezmer

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FRANCESCO SOCAL:  clarinet, bass clarinet, piccolo clarinet, vocals

ROBERTO DURANTE: melodica, piano, percussions

MARTIN TESHOME: cello


Lo spettacolo dei Minimal Klezmer si basa due componenti: il richiamo all’aspetto più sacro e meditativo della musica ebraica, contrapposto e completato da una vis ironica, improvvisativa, danzerecca e a tratti cabarettistica. 

      Al timbro del clarinetto e del cello, tipici del genere, si aggiunge quello inusuale e grottesco della melodica del pianista Roberto Durante. Un suono che caratterizza profondamente quello del gruppo, arricchendolo sia sul versante folkloristico che su quello dell'improvvisativo. 

      Il trio combina il rispetto della tradizione con la necessità di dare nuova linfa a temi e ritmi che, pur nella loro storia millenaria, offrono spunti e possibilità infinite, in ogni direzione. 

Questa strada è stata iniziata e percorsa, in diverse modalità, da artisti del calibro di John Zorn, David Krakauer, Klezmer Reloaded, Klezroym e molti altri.


IL GRUPPO

      I Minimal Klezmer nascono nelle strade di Londra nel 2011 dall'incontro di tre musicisti accomunati dalla musica classica contemporanea, una consistente inclinazione verso l'improvvisazione ed una fatale passione per il klezmer.

       L'idea è del clarinettista Francesco Socal, già attivo sulla scena klezmer internazionale con il pianista Giovanni De Cecco. Dall’incontro con Martin Teshome e Roberto Durante si sviluppa un progetto basato su di una profonda ricerca, un notevole interplay, un’approcio creativo ed originale agli arrangiamenti. 

       Nonostante la recente formazione, i Minimal Klezmer hanno all'attivo numerosi concerti in Italia,  Regno Unito, Ungheria, Germania.  

       Tra questi si segnalano l'apertura del Festival di Carnevalanga per il Festival di Venezia, il festival "l'Anima della Fisarmonica" di Fontanafredda, il Ronnie Scott di Londra, il teatro Patyolat e la Sinagoga di Budapest, il Kulturforum di Amburgo.  

      Hanno collaborato e collaborano frequentemente con il batterista e ricercatore Lorenzo De Vettor, con il batterista ungherese Zsolt Sárvári Kovács, con il batterista americano Jimmy Weinstein, con il violinista Pietro Pontini, con il contrabbassista Alessandro Turchet, e con il fisarmonicista Luca Piovesan con cui hanno realizzato il primo disco. 

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IL REPERTORIO

     La strumentazione minimale del trio, costituita da strumenti per lo più "portatili" ed acustici, si ispira direttamente alle piccole formazioni klezmer di cui abbiamo ampie testimonianze risalenti già all'inizio del XX secolo, grazie alle registrazioni di Giacob gegna, Josef Solinski, Mihal Viteazul ed altri.

Il repertorio è arricchito da classici tipici delle storiche klezmer big-band" come quelle di Abe Schwartz, Naftule Brandwein, Israel j.Hochman, ri-arrangiate sfruttando  e possibilità espressive ed improvvisative del trio. 

    Date le caratteristiche cameristiche e a tratti cabarettistiche del gruppo,  lo spettacolo si esalta particolarmente in situazioni raccolte, con un buon contatto con il pubblico, ed in acustico. 

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Minimal Klezmer - Minimal Klezmer
(Self-released. CD Review by Andy Boeckstaens)


La recensione del disco del 18 novembre 2013:

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Il klezmer, si sa, è ibrido per natura, originando dalla fusione di strutture melodiche, ritmiche ed espressive provenienti dalle differenti aree geografiche e culturali (i Balcani, la Polonia e la Russia) con cui il popolo ebraico è nel tempo venuto in contatto. Con l’arrivo dei migranti ebrei negli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, il klezmer si è poi nutrito del contributo del jazz (di cui ha a sua volta influenzato lo sviluppo). Da allora molto è stato fatto per attualizzare questa tradizione musicale, aprendo la contaminazione di un repertorio di temi e ritmi ebraici ormai consolidato con generi più moderni come rock e funk – si pensi al percorso esemplare compiuto da David Krakauer, che ha spinto il klezmer addirittura verso l’hip hop. Difficile è allora – per un gruppo che comprensibilmente (dato il fascino imperituro di questa musica) voglia inserirsi in questo percorso – imbattersi in vie non ancora tracciate. In questa impresa sono riusciti i Minimal Klezmer (Francesco Socal al clarinetto, Bob Durante alla melodica, Martin Teshome al violoncello e Luca Piovesan alla fisarmonica), di cui ho recentemente ascoltato un bellissimo concerto al Festival Adriatico Mediterraneo di Ancona. Vi chiederete: come hanno fatto? Direi, in sintesi, accentuando quelli che sono altri due tratti tipici del klezmer: la fusione di improvvisazione e scrittura, e l’alternanza di felicità e sofferenza, divertimento e spiritualità. Attraverso infatti una sapiente tessitura di motivi e fraseggi tradizionali, in sé già altamente espressivi delle suddette emozioni, e il loro ri-montaggio ora in intricati incastri poliritmici, ora in scanzonati e irriverenti pastiche dalla spiccata teatralità di sapore Cageano (nel recupero di oggetti poveri, da loro riutilizzati in funzione di “giocattoli musicali”), i MK costruiscono complesse ed emotivamente altalenanti trame narrative, interne ai singoli brani ma percepibili anche tra i brani stessi, essendo questi disposti secondo una sorta di plot drammatico che ha il suo culmine, sdrammatizzante, nella canzone che chiude il cd-concerto. Da vedere, ascoltare, riascoltare, e vivere fino all’ultima nota.

Filippo Focosi, September 17th 2013, Kathodik


Recensione Minimal Klezmer:

The Mill, Walthamstow, 14 December 2013. Review by Andy Boeckstaens



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