“Se tu fossi entrata nominando il temporale, avremmo continuato a parlare del temporale e nessuna delle due avrebbe potuto sapere dove sarebbe andata a finire la nostra conversazione. Tu parli del tuo temporale, io del mio, ci ascoltiamo e parliamo. Io disegno così, è un dialogo."

"I disegni si costruiscono da soli, non sai dove ti porterà il discorso, sono pensieri, lo stato d’animo in un dato momento, domande che ti poni, cose che ti ossessionano, come fossero le pagine di un diario e il tutto trabocca in una immagine."

"Disegno quello che sto pensando, la mia emozione inizia il mio discorso che poi viene concluso dalla persona che guarda il disegno, attraverso quello che lei vede. Per questo non mi piacciono le domande "cosa volevi dire con questo?" al che rispondo sempre "e tu, cosa vedi tu, cosa sembra a te?" (e a volte le risposte che ricevo sono meglio della storia iniziale che avevo io!)"

"La gente non vuole più guardare da sola, vuole che sia tu a spiegarle le cose, e io mi rifiuto di imboccarle come galline... questo mi ricorda il periodo in cui lavoravo nel campo pubblicitario e mi si chiedevano cose palesemente banali, non ce la facevo più e mi arrabbiavo dicendo che siamo noi a creare l’ottusità nelle persone.”

A fermare il fiume di domande stimolate dalle opere di Adina Plugaru è una faccenda ardua. Sembrano meticolose, puntigliose danze dei pensieri, meditazioni innate, dei faretti intermittenti della memoria, guizzi enigmistici seppur camuffati di semplicità, di quel linguaggio immediato insito nei fumetti. Se guardati a distanza di tempo, parlano già un’altro linguaggio, d’altro, si protendono diversamente.

squit, squit !
2012
pennarello su carta
Chiedo ad Adina come si sentiva, in quale stato d’animo era mentre disegnava il disegno squit, squit ! che mi ha regalato per il compleanno.
"Ho lavorato ai Corazzieri, sentivo sempre l'acqua che scivolava dalla fontana, ho disegnato proprio quella fontana che sta in mezzo alla calle, accanto alla quale fumavo nei momenti di pausa. Non so dirti perché ho scelto proprio questo disegno per te, l’ho fatto istintivamente."
Non sapeva che abito lì vicino e che guardo quella fontana ogni giorno dalla finestra.

Ammetto che mi intrippo a più non posso con il suo disegno squit, squit !: con la tazzona di caffè alla quale ci si aggrappa (o tuffa? ieri invece mi è sembrato un bragozzo), con lo sorcio funky che vorrebbe cavalcare la sarda, con la fontana a rubinetto (magari! Quella vera, che sento dalla mia finestra è invece, una cascata perpetua, non si può chiudere) fontana dalla quale esce un filo d’acqua che diventa l’uomo nero (che ha la bottega poco più avanti, Muranero) ma i suoi cinque punti di domanda per cinque anni con sempre le stesse cinque domande mi portano alle vette psichedeliche… Adina is the best pusher ever. Che alle cinque lavora e deve correre via.

Con Sara ha dato il via alle cene colorate, cromatiche, che avrebbero dovuto essere sei. Bisognava creare una tovaglia con 12 posti, con temi cromatici di colori complementari: arancio-blu, viola-giallo, rosso-verde, nero-bianco e infine una cena con tutti i colori insieme.

"Non era importante il cibo, ma la tovaglia sulla quale erano disegnati i piatti, la gente che veniva non avrebbe dovuto conoscersi. Mandavamo inviti, una volta pronta stendevamo la tovaglia-tela, dicevamo alla gente che non c'era nulla da mangiare e se potevano disegnarci quello che volevano, o che si aspettavano di trovare nel piatto, perché non puoi chiedere alla gente di disegnare a pancia piena! Dopo di che gli davamo da mangiare per davvero qualcosa di colorato secondo il tema della serata. Abbiamo fatto due sole cene, arancio-viola nel 2012 e rosso-verde nel 2013. Vorrei fare una mostra collettiva con queste tele-tovaglie riuscite davvero bellissime. Vorrei abbinarvi tutte le foto delle persone che vi hanno partecipato. L'ultima cena si è espansa per le calli perché faceva troppo caldo e siamo andati avanti a colorare con i gessetti per terra fino a notte inoltrata."


Adina è arrivata all'Istituto Romeno nel 2010, con una borsa di studio di due anni, ha compiuto proprio l'altro ieri i suoi 6 anni a Venezia. Per festeggiarla con tutti noi, entro fine anno inaugurerà il suo nuovo bellissimo atelier appena trovato, che sarà il suo posto di lavoro, nonché uno spazio pubblico per mostre, "vorrei offrire alla gente la possibilità di esporre e innanzitutto incontrare le persone creative, mi sono comprata anche la macchina per i tatuaggi che devo ancora affrontare” (e per la prima volta in vita mia mi viene il desiderio di farmi un tatuaggio).


Adina al lavoro (il modello granchio serve per il pattern dello sfondo per la prossima opera)

Ho conosciuto Adina Plugaru alla trattoria Corazzieri nel gennaio del 2013 alla sua incantevole mostra "Distacco". Se penso che sono quasi quattro anni che voglio scrivere dell’artista che da allora prediligo…! Posso solo paragonarla a un grande amore che si conosce e si sviluppa poco alla volta; come in quelle vecchie fiabe romantiche piene di esseri volanti, cadenti, calzanti, urlanti, sorridenti, tremanti, taciturni, melanconici, ma sempre - proprio sempre - onirici e sorprendenti. Le storie di Adina non iniziano e non finiscono, hanno un ritmo non scandito dalle regole e le parole con le quali vorremmo descriverle mutano in emozioni: quelle nostre, dello stato d’animo in cui ci troviamo mentre osserviamo i suoi disegni.
I mondi di Adina sono il nostro mondo, basta soffermarsi, prendere lentamente fiato e li vedremo dappertutto. Risvegliano le storie che dormono in noi.

Web: http://adinadesene.tumblr.com/
Email: adinaplugaru@gmail.com
Cell: +39 366 7002957
Adina Plugaru: tante parole poche parole