I manoscritti di Scarlatti alla Biblioteca Nazionale Marciana

Biblioteca Nazionale Marciana

I manoscritti di Scarlatti alla Biblioteca Nazionale Marciana - Restauro sostenuto da Banca CARIGE

Martedì 6 novembre, nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana (Venezia, ingresso da Piazzetta San Marco 13/a), a partire dalle ore 12.00, si terrà una giornata di presentazione del cd realizzato da Sony Classical Italia da un manoscritto di Domenico Scarlatti (Cod. It. IV, 201 =9772: Sonate per cembalo, Libro I, 1752), già appartenuto alla Regina di Spagna Maria Barbara di Braganza, conservato nel fondo musicale della Biblioteca e recentemente restaurato. 

sonata


Il manoscritto Cod. It. IV, 201, con cui inizia un primo effettivo accordo di collaborazione nell'ambito del progetto La Tastiera Italiana realizzato a principali fini di conservazione e valorizzazione di testimonianze culturali considerate uniche per la musica tutta, contiene trenta sonate per cembalo, che nell’ordine di sequenza corrispondono ai seguenti numeri del catalogo tematico Kirkpatrik: K148-175, K129, K176. Tutte queste sonate trovano concordanza con il coevo manoscritto, segnato Psi. I. 48/I, e conservato alla Biblioteca Palatina di Parma; la sonata K129 si trova anche nel manoscritto marciano It. IV, 200 (=9771), datato 1749. La serie della Marciana, si sa, non è l'unica esistente; nella Biblioteca Palatina di Parma, ove pervenne da Bologna per acquisto sul mercato antiquario nel 1908, si trova l’altra, parimenti importante, copiata forse per lo stesso Scarlatti, e anch'essa composta da 15 volumi manoscritti, legati però molto più semplicemente in cuoio. La serie di sonate della Biblioteca Palatina, parallela a quella veneziana, datata fra il 1752 e il 1757, è redatta per lo più dal copista principale dei manoscritti veneziani, forse padre Antonio Soler, e tramanda 463 sonate corrispondenti a quelle dei libri numerati I-XIII (It. IV, 201-213), una scelta di brani tratti dai manoscritti datati 1742 e 1749 (It. IV, 199-200), più le sonate escluse dalla serie veneziana. I manoscritti di Venezia sono invece tutti legati in marocchino rosso, riccamente decorati con fregi in oro e bellissimi fiori, in 4° formato traverso, allo stesso modo di quello del de Albero, organista della cappella reale spagnola, già citato. Nel caso di Scarlatti non ci è pervenuto alcun autografo; pertanto, nonostante l'impegno di molti studiosi, gli enigmi sull'immenso tesoro delle sonate del maestro Scarlatti, o lessons, ovvero esercizi come già all'inizio dell'Ottocento potevano definirsi, permangono comunque fitti, e ancora non è stata fatta piena luce nemmeno sull'esatta cronologia di composizione delle stesse che sono state datate prevalentemente in base a dati stilistici. Al di là degli interrogativi, molti, che permangono, di sicuro grazie a tali testimonianze, regali e non, mai dimenticate nei secoli, nessun vero artista della tastiera potrà oggi permettersi di ignorare Domenico Scarlatti ovvero, a nessuno potrà essere negato il privilegio di abbandonarsi al senso prorompente di gioia e di freschezza che zampilla da ciascuna delle sue sonate e sembra partecipare della natura stessa del riso come del piacere dei sensi. 

Anna Claut – Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia

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