A Venezia il computo dei giorni dell'anno cominciava il primo di marzo e, fino alla caduta della Repubblica, il giorno fu diviso in 24 ore (dodici ore di giorno e dodici ore di notte) che cominciavano dalla prima ora di notte, corrispondente alle 16.45 - dal 17 dicembre al 17 giugno - e alle 21.15, dal 17 giugno in poi; eventuali variazioni intermedie erano stabilite dalla legge.
L'ora terza, che segnava l'inizio del lavoro, corrispondeva dunque alle ore 12 in giugno (le nostre 8.15) e alle ore 17 in dicembre (le nostre 9).

Ci ho messo un po' prima di capire questi calcoli della Serenissima, ho dovuto abbandonare la mia abitudine a pensare il tempo a come sono abituata.
E' la disposizione delle ore che era diversa. Nel passato, l'una di notte era appunto quelle che oggi sono le cinque del pomeriggio. Le cinque del pomeriggio per metà dell'anno... per l'altra metà erano le nove di sera.
Il segreto stava nel considerare da quando partiva l’una, e quando finivano le ventiquattro: il concetto di orario veniva definito in base alle ore di luce, quando era possibile vedere, e lavorare. Dopo il tramonto del sole, da mezz’ora a quarantacinque minuti dopo , in base alle stagioni, calavano le tenebre: ed ecco che allora venne considerata l’ora zero da questi momenti, legati al tramonto, e conseguentemente al battere delle campane l’Ave Maria.