Ai tempi della Serenissima, la vendita del pesce al pubblico avveniva quasi esclusivamente nelle due grandi pescherie di Rialto e di San Marco. La prima ubicata dove si trova tutt'oggi, l'altra prospiciente il bacino di San Marco, nei pressi dell'edificio della Zecca. Tuttavia, possiamo trovare il toponimo "Pescaria" nei sestieri di Dorsoduro, San Marco, Castello e San Polo.
Il governo veneziano aveva promosso una precisa politica ambientale per la conservazione e la difesa del patrimonio ittico, dando anche ascolto all'esperienza maturata dai pescatori, permettendo che i più anziani partecipassero alle sedute del Consiglio in occasione di discussione su problemi riguardanti la laguna. Nel 1227 l'Arte dei pescatori si divise in pescatori e compravendipesce. I pescatori, al ritorno dal lavoro a bordo dei bragozzi, si recavano nel punto stabilito ufficialmente per vendere all'ingrosso, il palo di Rialto, dove i compravendipesce dividevano e selezionavano il pescato secondo la qualità e il prezzo. La vendita al pubblico si svolgeva poi nelle pescherie di Rialto e di San Marco. Le due pescherie, erano sottoposte al controllo di una apposita magistratura che teneva d'occhio che il pesce marcio venisse eliminato e che fossero rispettate le misure minime per la rivendita. Dal 1173 uno speciale editto fissava le regole per la vendita del pesce. Inoltre la Serenissima era particolarmente severa con chi vendeva il pesce sotto misura e ancora oggi si può vedere in pescheria di Rialto una tabella in marmo bianco che indica le lunghezze minime permesse per la vendita del pesce. Nel 1181 venne realizzato, dove ora sorge il ponte di Rialto, un primitivo ponte di barche, il Ponte della Moneta, in grado di consentire un facile collegamento pedonale e carrabile tra le due zone della città, divise dal Canal Grande, e il transito delle imbarcazioni dirette al mercato e ai fondaci affacciati sulle rive.
Nel 1250 il Ponte della Moneta venne sostituito da un ponte levatoio in legno e, alla fine del Cinquecento, venne costruito l'attuale Ponte di Rialto.
Il Mercato di Rialto divenne il centro commerciale dove presero sede le più importanti magistrature legate al commercio, i banchi privati e pubblici e le "assicurazioni marittime". Venezia era un porto che faceva da fulcro tra Oriente ed Occidente, dove i mercanti provenienti da tutto il mondo concludevano i loro affari principalmente nel Mercato di Rialto. Tantissime erano le attività legate all'importazione, all'esportazione, alla lavorazione e alla vendita di merci pregiate come spezie, metalli e pietre preziose, profumi, balsami, sete e tessuti. La gestione, da parte di comunità straniere, di spazi commerciali in città, era ben vista dal governo veneziano e ciò è testimoniato anche dal fatto che in città si trovavano magazzini (fonteghi) gestiti da mercanti, greci, turchi, tedeschi e di altri Paesi che concludevano a Venezia i loro affari. Nell'area del mercato, delimitata da edifici pubblici, si distinguevano : Erbaria, Naranzeria, Beccaria, Casaria, Pescaria, Ruga dei Oresi, Ruga dei Spezieri, toponimi mantenuti anche oggi.
L'elegante Palazzo della Pescheria, nell'area del Mercato, è una costruzione moderna in stile neo-gotico, eretto nel 1907, nel Campo omonimo, su progetto dell'architetto Domenico Rupolo, in sostituzione delle tettoie metalliche che proteggevano i banchi dell'Ottocento. In un angolo del palazzo, a un'altezza di circa quattro metri da terra, si nota la statua bronzea del "Pescatore", opera di Cesare Laurenti, che rappresenta San Pietro, il più famoso pescatore della storia, realizzata anch'essa all'inizio del Novecento.