"Ludovica, la barca dove siamo, è ribelle. Come lo sono Izi, Celestina, Ruvida, Crecola, Miss K, … Certe volte, guardandola e vogandola, penso alla famosa storia del calabrone che per le leggi della fisica non dovrebbe volare invece vola perché lui non le conosce le leggi della fisica. Ludovica per le leggi della fisica, dell’economia, del modo di vivere “moderno” dovrebbe affondare ma invece, tenacemente, continua a galleggiare. E noi tenacemente ce ne prendiamo cura.
Oggi parliamo di “Venezia ribelle”, ne parliamo girando in barca a remi perchè oggi, paradossalmente, essere ribelli qui a Venezia significa andare a remi. Continuare a navigare in “direzione ostinata e contraria”. A contraria. A Venezia si dice proprio così “so drio ‘ndar a contraria de acqua”, “a contraria de vento”. E lo impari girando a remi per i canali. Oe, vegno a stagando! Mi è d’obbligo fare una precisazione. Quando parliamo di questo andare a remi, questo rimanere ancorati ad una millenaria tradizione non ha nulla a che fare con una presunta supremazia delle cose di una volta rispetto al modo di vivere moderno, non è un rifiuto del progresso né una chiusura in una “serenissima” dimensione identitaria a cui aggrapparsi. Questa ribellione, che è anche resistenza, ha delle motivazioni assai diverse. La prima, la più semplice. Andare a remi è bello. Chi di voi non è abituato a girare a remi per i rii oggi ne avrà un assaggio. Cambia il punto di osservazione, la prospettiva. Cambiano i colori, i riflessi. Può essere in una fredda mattina d’inverno o in un caldo pomeriggio d’estate. Sarà sempre sorprendente. La seconda. Andare a remi è rispettoso. Rispettoso del tempo, anche lui – il tempo – ha imparato ad aspettare a Venezia. Rispettoso dello spazio, dove sembra impossibile passare o girarsi lo spazio viene fuori. La terza. Andare a remi è più onesto. Non ci sono trucchi, non si può barare. Tutto dipende da te. E impari, impari un sacco di cose, ad ogni vogata. Bello. Rispettoso. Onesto. Oggi funzionerà così: andremo a remi lungo alcuni canali e faremo delle tappe dove Maria e Beatrice ci racconteranno di questa Venezia ribelle, ci ricorderanno luoghi, persone e storie spesso dimenticate, rimaste sotto gli strati degli anni. Ma questo sarà solo un modo di parlare di noi, di oggi e di ciò che vorremmo fosse questa città. Una città viva, vitale, aperta, accogliente, visionaria. E con i piedi ben piantati sull’acqua.”
Francesco Penzo … "è la collettività che vince."

19 dicembre 2015
La presentazione galleggiante, a remi, in 7 tappe SLOW, possibile grazie all'associazione galleggiante Il Caicio, che in questa occasione hanno portato alla luce i remi appena abbelliti con il luogo della Libreria Marco Polo dove la medesima guida si può acquistare:

GUIDA ALLA VENEZIA RIBELLE
di Beatrice Barzaghi e Maria Fiano
Venezia città ribelle fin dalle sua fondamenta, che sfida le leggi della modernità e dell’equilibrio in continuo e fragile “passo a due” tra laguna e terraferma. Una Venezia – che ne racchiude tre (il centro-storico, la terraferma con Mestre e Marghera e le isole della laguna) – con una storia costellata di ribellioni raccontata anche attraverso i contributi di tanti che a diverso titolo la abitano, la amano, ne parlano lontano dagli stereotipi.
Beatrice Barzaghi e Mari Affanno – rispettivamente veneziana in trasferta e veneziana di adozione – si sono laureate a Ca’ Foscari in Scienze dello spettacolo l’una e in Storia l’altra. Beatrice ha insegnato Video montaggio nelle scuole superiori; attualmente lavora per il Comune di Venezia occupandosi di laguna e organizza eventi. Maria ha conseguito il dottorato in Storia medievale, è giornalista pubblicista, ha seguito inchieste per la rivista “Terra” e insegna italiano al Centro territoriale permanente di Marghera. Insieme hanno chiacchierato per diversi anni dai microfoni di Radio Sherwood.
Dove acquistarla?
Le due librerie Marco Polo sono in pieno centro a Venezia:
- a due passi dal Ponte di Rialto
- e in Campo Santa Margherita, verso la Chiesa dei Carmini