Ci sono grandi aspettative tra gli appassionati perché il prossimo passaggio vicino al sole (intorno al 28 novembre) potrebbe determinare, nel migliore dei casi, una fantastica coda luminosa tra le più spettacolari che si ricordino. Oppure disgregare il nucleo facendo crollare tutte le aspettative. Quello che succederà rimane un mistero. Il Gat (Gruppo Astronomico Tradatese) spiega il perché:
Potrebbe essere la"cometa del secolo", oppure potrebbe anche essere una delusione. Di sicuro l’attesa per l’ormai prossimo avvicinamento al Sole della cometa ISONprevisto per fine novembre, è ormai molto grande. Tanto è vero che tutti i principali astronomi professionisti e dilettanti mondiali, tutti i massimi osservatori a terra e nello spazio (Space Telescope compreso) sono già in massima allerta. Anche il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese è ovviamente mobilitato. Dopo gli ottimi risultati scientifici ottenuti in marzo sulla cometa Panstarrs, Lorenzo Comolli, assieme ad un nutrito gruppo di amici astrofili, si è recato nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre a Bogli, sull’Appennino Ligure, dove l’orizzonte di levante era sufficientemente sgombro e non inquinato dalle luci, da permettere, verso le 5 di mattina, di ottenere le prime attesissime immagini della ISON . Una posa totale di 22 minuti con una camera CCD applicata ad un rifrattore apocromatico TEC140 ha perfettamente inquadrato la cometa che è apparsa bella anche se ancora debole (magnitudine=9), con una coda blu di circa ½ grado e una chioma intensamente colorata in verde.
Questo indica che, ad un mese dal perielio, la cometa è già discretamente attiva: la colorazione blu-verde è infatti conferita dall’emissione di grandi quantità di CN (cianogeno) e C2 (carbonio biatomico). Scoperta il 21 settembre 2012 da due astrofili russi appartenenti all’International Scientific Optical Network (ISON), da cui la cometa ha preso il nome, la cometa mostrava una magnitudine visuale di circa 18 (decisamente elevata per la distanza di 650 milioni di km a cui si trovava l’ oggetto). I primi calcoli orbitali mostrarono che si trattava di una cometa NUOVA, quindi mai prima passata vicino al Sole e ricca di materiali volatili. Soprattutto, risultò straordinario il percorso orbitale: la ISON infatti il prossimo 28 novembre passerà a soli 1,2 milioni di chilometri dal Sole, dove riceverà una vampata di calore impressionante (più di 3000°C), pur sfiorando la nostra stella alla vertiginosa velocità di 377 km/s. Una tale vicinanza al Sole ha sia effetti positivi che negativi. L’effetto positivo più evidente è una imponente evaporazione di materiali volatili, con la possibilità che si venga a formare unafantastica coda luminosa tra le più spettacolari che si ricordino. C’è però un effetto negativo che potrebbe essere dominante, vale a dire la completa disgregazione del nucleo (le cui dimensioni non superano i 5 km) per colpa della gravità (oltre che del riscaldamento solare): in questo caso, quello che riemergerebbe dal perielio sarebbe solo un deludente fantasma. Al momento nessuno sa come si concluderà questo autentico "giallo cosmico". A far ben sperare c’è però un evento analogo capitato nel dicembre 1860, quando la cometa Kirch, dotata di un’orbita quasi identica alla ISON (ma non è detto che si tratti della stessa cometa) , riuscì a sopravvivere all’incontro con il Sole, producendo una coda così luminosa da essere visibile anche di giorno. Per adesso il consiglio del GAT è di scorrere con un binocolo l’orizzonte di levante un’ora prima che sorga il Sole, ogni volta che il tempo lo permetta a partire dalla metà di Novembre. Di incrociare le dita il 28 novembre con la ISON invisibile dietro il Sole al perielio e di prepararsi ad uno spettacolo (si spera) indimenticabile per le prime settimane di Dicembre.


Un grafico del Guardian mostra la sua posizione rispetto alla Luna
Staremo a vedere, non è ancora finita nemmeno dopo l'impatta, la speranza non muore mai.
AGGIORNAMENTO DEL 29 NOVEMBRE 2013
REQUIEM PER LA ISON
Quello che molti temevano è purtroppo avvenuto e quello che molti sognavano resterà un sogno. La promettentissima ISON è stata quasi completamente distrutta dal Sole durante il passaggio al perielio. Una volta giunta nei pressi della nostra stella il nucleo, molto sollecitato, è finito in mille pezzi, così come i sogni degli appassionati. A dirla tutta qualcosa sembra essersi salvato, ma non riuscirà certamente a mostrare quanto ci si aspettava. Un vero peccato. La ISON, oltre ad essere piuttosto piccola (un paio di chilometri di diametro), si è rivelata molto fragile e i segnali sul suo infausto destino si erano manifestati con un paio di outburst nell’ultimo mese.
Nelle giornate del 27 e 28 novembre le immagini provenienti dalla sonda della NASA SOHO hanno prima illuso, mostrando un oggetto brillante nei pressi del Sole che ha raggiunto un picco di -3 magnitudini. Successivamente, a poche ore dal perielio, un brusco calo di luminosità ha fatto presagire quanto sarebbe successivamente accaduto. La cometa si è trasformata con il trascorrere del tempo in un oggetto allungato praticamente privo della testa che a velocità folle andava incontro a un “drago fiammeggiante”, fino a doppiarlo.
Dopo il perielio la cometa ha assunto una strana forma allargata. E’ il poco che resta della ISON, che (forse) potrebbe essere osservabile fra qualche giorno, quando la sua elongazione dal Sole sarà aumentata. Nessuna coda lunghissima si staglierà in cielo e nessun nucleo brillante sarà percepibile a occhio nudo. Solo uno sbuffo di luce testimonierà la fine della ISON.
Per non lasciarci travolgere dallo sconforto buttiamoci senza indugio sulla sorprendente Lovejoy, osservabile a occhio nudo e scesa sotto la quinta magnitudine, che presenta una coda lunga ed evidente anche in piccoli binocoli. La vita continua…